Consumi sostanzialmente stabili (-0,3%) nel terzo trimestre dellโanno, ma forte contrazione delle emissioni di CO2 (-8%) per il minore utilizzo di fonti fossili e il significativo aumento delle rinnovabili. Stime preliminari per lโintero 2023 indicano un calo dei consumi di circa il 3% e delle emissioni di circa lโ8%. ร quanto emerge dallโaggiornamento trimestrale dellโAnalisi ENEA del sistema energetico italiano, che evidenzia anche un netto miglioramento (+48% rispetto al 2022) dellโindice ISPRED[1] che misura la transizione energetica sulla base di prezzi, emissioni e sicurezza degli approvvigionamenti.
Energia, analisi ENEA III trimestre: consumi fermi ma emissioni in forte calo (-8%)
โI dati evidenziano che nel terzo trimestre lโandamento dei consumi รจ di nuovo in linea con lโandamento del PIL, della produzione industriale e del clima. ร infatti tornato ad annullarsi il disaccoppiamento fra la dinamica della domanda di energia e quella dei suoi principali driver che si era registrato nellโultimo anno e mezzoโ, sottolinea Francesco Gracceva, che coordina lโAnalisi trimestrale ENEA. โSul fronte emissioni, anche nel III trimestre 2023 il calo รจ stato determinato per la gran parte dai settori ETS – ovvero lโindustria energivora e soprattutto la generazione elettrica (-15% rispetto a un anno prima) – mentre nei settori non-ETS si stima una flessione inferiore al 2%โ, aggiunge lโesperto.
In termini di fonti, nel III trimestre la marginale flessione dei consumi di energia รจ la risultante del calo delle fonti fossili per circa 1,5 Mtep (-40% lโutilizzo del carbone) e dellโaumento delle rinnovabili (+20%) per un valore di poco inferiore, grazie soprattutto alla ripresa dellโidroelettrico. Nellโinsieme dei primi nove mesi, primo driver del calo complessivo dei consumi per circa 4,5 Mtep รจ ancora il gas (-5,5 Mtep), seguito da carbone (-1,3 Mtep; N.B.: dati parziali) e petrolio (-0,6 Mtep), mentre aumenti significativi hanno registrato rinnovabili elettriche (+1,9 Mtep, +10%) e import netto di elettricitร (+1 Mtep). In termini di settori, il marginale calo della domanda nel III trimestre รจ dovuto al calo dei consumi elettrici di industria e civile, in coerenza con produzione industriale e PIL.
Un dato positivo รจ il forte incremento dellโindice sintetico della transizione energetica ISPRED, che nel III trimestre รจ aumentato del 48% rispetto a un anno prima, quando perรฒ lโindice era al minimo della serie storica. Il miglioramento รจ legato in gran parte allโandamento della componente decarbonizzazione (grazie al calo delle emissioni) e in misura minore ai prezzi dellโenergia (diminuiti rispetto ai livelli record della seconda metร del 2022). In aumento anche le fonti rinnovabili anche se, afferma Gracceva, โlโincremento della quota di FER sui consumi finali, che a fine anno dovrebbe raggiungere il target del 20,5%, superando il massimo storico del 2020, non รจ ancora in linea con la traiettoria necessaria a raggiungere il nuovo obiettivo del 40% al 2030โ.
Lato sicurezza energetica, nonostante il livello record di riempimento degli stoccaggi (al 99% al 1ยฐ novembre sia in Italia che nellโUE), nel prossimo inverno il soddisfacimento dei consumi resta legato al persistere di punte di domanda ampiamente inferiori ai massimi. โIn caso di prolungati picchi di freddo potrebbero evidenziarsi criticitร โ, nota Gracceva. Nei primi dieci mesi del 2023, infatti, il drastico crollo delle importazioni di gas russo (la cui media giornaliera รจ scesa a 8 mln di m3, rispetto ai 77 del 2021 con un calo di circa il 90%) รจ stato compensato da aumenti significativi di tutte le altre fonti di approvvigionamento (+16 mln di m3/giorno il GNL nel 2023 rispetto al 2021, +14 mln di m3/g il gas dal Nord Europa, +8 mln di m3/g il gas algerino e azero), โma il fattore piรน importante รจ stato il netto calo della domanda, la cui media giornaliera si รจ ridotta di ben 30 mln di m3 (da 198 mln di m3/giorno a 168, -15%) nei primi dieci mesi 2023 rispetto agli stessi mesi del 2021โ, evidenzia Gracceva.
Fra gli aspetti piรน critici che emergono dallโAnalisi, vi รจ il forte deficit nella bilancia commerciale delle tecnologie chiave per la decarbonizzazione. Nel primo semestre 2023 il disavanzo ha superato i 3 miliardi di euro, pari a quasi lโ80% del deficit registrato nellโintero 2022, con il peso del saldo commerciale sul PIL che ha raggiunto lo 0,32% (era allo 0,2% nel 2022). A pesare sono soprattutto le importazioni di accumulatori agli ioni di litio, pannelli fotovoltaici e veicoli ibridi plug-in.
Quanto alla capacitร innovativa, dai piรน recenti dati di brevetto emerge come anche la tenuta competitiva dellโItalia nelle tecnologie per lโefficienza energetica presenti alcuni rischi. A fronte di una crescita della competizione tecnologica tra paesi a livello mondiale e di una rapida avanzata dellโarea asiatica, lโItalia presenta sia punti di forza che di debolezza: il vantaggio tecnologico del paese risulta assai consolidato nellโedilizia (con valori dellโindice di specializzazione[2] stabilmente superiori a 1,3 nel corso dellโultimo ventennio), ma tende a declinare nellโindustria, presentando negli ultimi anni valori appena intorno allโunitร . โConsiderata la vocazione industriale dellโeconomia italiana, questo andamento risulta particolarmente critico soprattutto nel confronto con la Germania, che registra un incremento degli indici di specializzazione, riportando valori superiori a 1,5 negli anni piรน recentiโ, conclude Gracceva.
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