lunedì 1 Luglio 2024

“Concordato preventivo per le partite Iva: così il Fisco tutor avvia la caccia ai dati”. Questo il titolo che apre l’edizione odierna de Il Sole 24 Ore. Negli incroci di informazioni anche il ravvedimento sugli scontrini e i forfettari. Per l’accordo biennale soglia di tolleranza del 10-20% sull’aumento del reddito.

Il Sole 24 Ore – Concordato preventivo per le partite Iva: così il Fisco tutor avvia la caccia ai dati

A pagina 3 l’approfondimento: “Concordato con le partite Iva: parte la caccia ai dati del Fisco”. La delega. Nell’attuazione soglia di tolleranza del 10-20 per cento per lo stop all’accordo biennale. Anche le informazioni del ravvedimento scontrini e dei forfettari saranno utilizzate nell’incrocio.

Il fisco a caccia di dati per far partire il nuovo concordato preventivo per le partite Iva: un obiettivo menzionato espressamente anche nella Nadef, nel tentativo di cambiare la logica delle verifiche da ex post a ex ante – si legge sul quotidiano economico -. Dal ravvedimento sugli scontrini inserito nel decreto Energia (Dl 131) al rinvio per la trasmissione dei dati di autonomi e mini imprese nel forfettario (la flat tax), l’intenzione è di salvaguardare e allo stesso tempo attivare tutte le possibili fonti di informazioni per far girare l’algoritmo che dovrà presentare il conto preventivo dell’imponibile e delle imposte dovute a una platea complessiva di 4,5-5 milioni di partite Iva. Un’operazione su larghissima scala e che punta a introdurre un vero e proprio tutoraggio nel tempo per le attività economiche anche grazie all’impiego su vasta scala dell’intelligenza artificiale e dello scambio dei dati.

La novità su cui hanno lavorato gli esperti della commissione nominata dal viceministro all’Economia Maurizio Leo per l’attuazione di questo capitolo della delega fiscale è di prevedere la decadenza dal concordato se nei due anni successivi alla firma dell’accordo si verificasse poi uno scostamento di una percentuale che, poi, il testo definitivo del decreto delegato individuerà. Le ipotesi oggi su cui si dibatte sono del 10 o del 20 per cento.

Di fatto, una risposta a chi critica l’impostazione del concordato definendolo un condono preventivo. L’ipotesi, invece, è quella di renderlo un tutoraggio continuo e costante sulla vita delle attività economiche fino a 5,1 milioni di euro di ricavi o compensi. Una sorta di evoluzione in tempo reale della compliance, a cui farà da contraltare per le grandi imprese l’adempimento collaborativo.

 

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