venerdƬ 5 Luglio 2024

Aumenta del 18% il prezzo della pasta nellā€™ultimo anno mentre il grano duro per produrla viene pagato agli agricoltori il 30% in meno nello stesso periodo. Eā€™ quanto denuncia la Coldiretti in occasione della diffusione dei dati Istat sullā€™inflazione a marzo che in controtendenza rispetto ad una decelerazione generale evidenzia una stabilitĆ  nella crescita tendenziale dei prezzi dei beni alimentari risulti stabile in media a +12,9%.

Inflazione, Coldiretti: +18% prezzi pasta ma il grano va giĆ¹ del 30%

LaĀ pastaĀ ā€“ sottolinea la Coldiretti ā€“ ĆØ ottenuta direttamente dalla lavorazione del grano con lā€™aggiunta della sola acqua ĆØ non trovano dunque alcuna giustificazione le divergenze registrate nelle quotazioni, con la forbice dei prezzi che si allarga e mette a rischio i bilanci dei consumatori e quelli degli agricoltori.

Una distorsione che appare chiara anche dallā€™andamento dei prezzi medi al consumo che secondo lā€™Osservatorio del Ministero del Made in Italy variano per la pasta da 2,3 euro al chilo di Milano ai 2,2 euro al chilo di Roma, dai 1,85 di Napoli ai 1,49 euro al chilo di Palermo mentre le quotazioni del grano sono pressochĆ© uniformi lungo tutta la Penisola a 38 centesimi di euro al chilo.

Una anomalia di mercato sulla quale ā€“ sostiene la Coldiretti ā€“ occorre indagare anche sulla base della nuova normativa sulle pratiche sleali a tutela delle 200mila imprese agricole che coltivano grano. I ricavi ā€“ sottolinea la Coldiretti ā€“ non coprono infatti i costi sostenuti dalle imprese agricole e mettono a rischio le semine ma anche la sovranitĆ  alimentare del Paese. Le superfici agricole coltivate a frumento duro, secondo le prime previsioni del Masaf per questā€™anno, sono in flessione per un investimento di 1,22 milioni ettari con una riduzione di circa il 2% rispetto allā€™anno precedente. Le difficoltĆ  del mercato dei cereali sono peraltro confermate dalla decisione di Polonia ed Ungheria di bloccare le importazioni di grano dallā€™Ucraina, contestata dalla Commissione Europea.

In Italia siamo di fronte a manovre speculative con un deciso aumento delle importazioni di grano duro dal Canada dove il grano ā€“ precisa la Coldiretti ā€“ viene coltivato secondo standard non consentiti in Europa per uso del glifosate nella fase di preraccolta. Occorre invece ā€“ continuaĀ la Coldiretti ā€“ ridurre la dipendenza dallā€™estero e lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali.

Bisogna riattivare da subito ā€“ precisa la Coldiretti ā€“ la Commissione Unica Nazionale per il grano duro, la cui attivitĆ  in via sperimentale si ĆØ sospesa nellā€™ottobre del 2022, perchĆ© fornisce trasparenza al mercato e da la possibilitĆ  di poter mettere attorno ad un tavolo tutti gli attori della filiera eliminando le distorsioni e i frazionamenti delle borse merci locali. Importante anche investire nella ricerca che, come motore dellā€™innovazione varietale, deve rispondere non solo alle richieste qualitative del mondo industriale, ma anche rispondere alle nuove esigenze produttive e di resilienza verso gli effetti del cambiamento climatico, rispondendo al contempo alle nuove richieste di sostenibilitĆ  volute dalla nuova Politica Agricola Comunitaria

La produzione nazionale di pasta ĆØ di 3,6 milioni di tonnellate diĀ pasta, pari a circa 1/4 di tutta quella mondiale ā€“ conclude Coldiretti ā€“, con 200mila aziende agricole italiane impegnate a fornire grano duro di altissima qualitĆ  a una filiera che conta 360 imprese e circa 7500 addetti, per un valore complessivo di circa 5 miliardi di euro.

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