venerdì 5 Luglio 2024

“L’assalto dei partiti alla delega fiscale: spunta la sanatoria sui debiti con l’Erario”. Questo il titolo che campeggia nelle pagine economiche de La Stampa. Il testo arriva in Commissione Finanze: depositati 482 emendamenti, c’è anche l’abolizione dell’Iva sugli interventi di chirurgia estetica.

Esonero dell’Iva per gli interventi di chirurgia estetica ma anche riduzione dell’imposta sul pet food e sulle spese veterinarie, passando per una serie di tagli sui micro-tributi locali fino ad arrivare a una tassazione più pesante sulle auto che inquinano di più. Sono alcuni dei 482 emendamenti al disegno di legge contenente la delega per la riforma del Fisco in discussione la prossima settimana al Senato – si legge sul quotidiano torinese -. A partire da martedì la discussione entrerà nel vivo dei lavori. L’attenzione sarà soprattutto sui possibili ulteriori ampliamenti delle maglie del Fisco in caso di future nuove sanatorie. L’ipotesi è di comprendere in una futura misura tutti i debiti, inclusi quelli non ancora trasformati in cartelle. A prevederlo sono proprio alcuni degli emendamenti alla delega presentati dalle forze di maggioranza. L’indicazione della volontà di aprire a possibili sanatorie ancora più ampie di quelle attuali arriva da tre emendamenti identici presentati da FdI (a prima firma Orsomarso), Fi (Lotito) e Lega (prima firma Garavaglia), che intervengono sull’articolo 16 della delega, aggiungendo un nuovo punto ai principi ed ai criteri per la revisione del sistema di riscossione. La proposta è di «consentire un generale accesso ad eventuali meccanismi di definizione agevolata per tutti i debiti, sia fiscali che contributivi e a prescindere se siano o meno affidati agli agenti della riscossione».

Dalla maggioranza arriva anche una modifica tesa ad aiutare le grandi imprese. Nell’ambito dell’adempimento collaborativo, si prevede la possibilità di escludere (anziché semplicemente ridurre, come previsto nel testo originario della delega) le sanzioni amministrative tributarie per chi comunica preventivamente i rischi di natura fiscale. E per potenziare gli effetti premiali connessi all’adesione a questo regime, si chiede anche di ridurre di «almeno 3 anni» i termini di decadenza (5 anni) per l’attività di accertamento.

 

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