martedรฌ 30 Settembre 2025

Secondo lo Studio Pagamenti di CRIBIS, il terzo trimestre del 2022 รจ positivamente influenzato dalla tenuta dalle filiere del settore dellโ€™hospitality e intrattenimento e di quelli ad esso collegati: in media aumentano le imprese che pagano con puntualitร  sia rispetto allo stesso periodo del 2021 (+7,1%) sia rispetto allo stesso periodo del 2019, pre-Covid (+16,6%).

Pagamenti terzo trimestre 2022, Cribis (CRIF): i pagatori puntuali sono il 40,7% del totale

Nel terzo trimestre del 2022 rimane stabile lโ€™incidenza dei pagamenti puntuali delle imprese italiane, confermando i risultati raggiunti nel secondo trimestre dellโ€™anno.

Lโ€™incidenza dei pagamenti puntuali sul totale si attesta al 40,7%, in linea col secondo trimestre del 2022 (40,6%) e in recupero sul 2020 (35,7%). Lโ€™incidenza dei pagamenti in grave ritardo (oltre i 30 giorni dalla scadenza) sul totale arriva a quota 9,1%, confermandosi significativamente migliore del 2020 (12,8%).

รˆ quanto emerge dalloย Studio Pagamentiย aggiornato al 30 settembre 2022 e realizzato daย CRIBIS, societร  del gruppo CRIF specializzata nella business information.

Nel terzo trimestre del 2022 si assiste al miglioramento della qualitร  dei pagamenti sia rispetto allo stesso periodo dellโ€™anno precedente, che rispetto al primo trimestre del 2019, pre-covid. I pagamenti puntuali crescono del 7,1% rispetto al terzo trimestre del 2021 e del 16,6% rispetto al 2019. Concorrono a formare la media imprese di diverse dimensioni, con ritardi gravi che variano a seconda della grandezza dellโ€™azienda, arrivando ad attestarsi al 4,0% nel caso delle grandi imprese (oltre i 250 dipendenti).

 

Le macro-aree geografiche e le province

Lโ€™analisi sulleย macro-aree geograficheย italiane conferma che il Nord Est รจ la piรน affidabile con il 47,8% di pagamenti puntuali, stessa incidenza del trimestre precedente, e il 6,1% di ritardi gravi (era il 6,4% nel trimestre precedente). Un trend che si conferma ormai da anni. Tra le regioni piรน virtuose spiccano, decisamente sopra alla media nazionale, la Lombardia (50,6% di imprese puntuali), lโ€™Emilia Romagna (48,0%), il Veneto (48,0%), il Friuli Venezia-Giulia (47,1%). Sud e Isole continuano a mostrare le maggiori criticitร , con il 28,1% di pagamenti regolari e il 14,6% di ritardi gravi, tuttavia in lieve miglioramento rispetto al trimestre precedente (quando i pagamenti puntuali e i ritardi gravi si attestavano rispettivamente a 27,6% e 15,2%). Sicilia e Calabria, con il 24,2%, Campania, con il 28,6% e Sardegna con il 29,4% sono le regioni in cui si paga meno puntualmente.

Spostando lโ€™attenzione alleย province, lo Studio pagamenti di CRIBIS mostra che la provincia di Sondrio si conferma al primo posto (63,1% pagamenti puntuali, molto sopra la media nazionale) seguita da Brescia (59,4% pagamenti puntuali). In fondo alla classifica si posizionano la provincia siciliana di Trapani (21,1% di pagamenti puntuali) e la calabrese Vibo Valentia (20,5%);


I settori merceologici

Per quanto riguardaย i settori, lo Studio di CRIBIS indica fra i piรน virtuosi nei pagamenti i servizi finanziari con una percentuale del 53,5% dei pagamenti puntuali a fronte del 6,9% dei ritardi gravi; bene anche il settore manufatturiero (44,8% dei pagamenti puntuali) e quello delle costruzioni (45,8% dei pagamenti puntuali), con ritardi gravi rispettivamente nel 6,4% e 6,9% dei casi. Agricoltura e commercio al dettaglio migliorano lievemente rispetto al trimestre precedente, continuando tuttavia a risentire degli effetti dellโ€™inflazione, degli aumenti dei prezzi delle materie prime, delle tensioni macroeconomiche e geopolitiche. I questi ambiti troviamo infatti la concentrazione piรน bassa di pagamenti puntuali (38,1% e 30,8%) e la maggior incidenza di ritardi gravi (11,2% e 13,2%) sul totale.

 

Alla luce dei dati analizzati, il buon andamento delle tempistiche di pagamento delle imprese italiane parrebbe essere in contrasto con la complessa situazione macroeconomica e geopolitica attuale, caratterizzata da elementi quali lo shock energetico, il continuo aumento dellโ€™indice nazionale dei prezzi al consumo – che ad agosto si รจ attestato a +8,4% – oltre che lโ€™aumento dei tassi (+50 bps a luglio e +75 bps a settembre) che la BCE ha varato principalmente al fine di contenere lโ€™inflazione. Alla luce di questi elementi potenzialmente negativi per le imprese, specialmente per le PMI, sarebbe ragionevole aspettarsi unโ€™influenza avversa sui termini di pagamento delle imprese nei mesi finali dellโ€™anno.

 

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