“Powell non basta alle Borse Ue. L’euro rivede quota 1,05 dollari”, titola stamattina Il Sole 24 Ore. I mercati. Dicembre inizia con nuovi rialzi, ma timidi rispetto alla fiammata di Wall Street di mercoledì. Pesano le attese sulle mosse di Lagarde: il tasso terminale per ora resta al 3% previsto entro metà 2023. Gli analisti concordano sul fatto che i prezzi delle azioni non stiano ancora inglobando la recessione in arrivo.
Prosegue anche nella prima seduta di dicembre la luna di miele che ha accompagnato investitori e Borse europee negli ultimi due mesi, ma senza quei fuochi di artificio che era forse lecito aspettarsi dopo la rincorsa inscenata il giorno precedente da Wall Street subito dopo le indicazioni rassicuranti del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, sui tassi Usa -scrive Maximilian Cellino -. Piazza Affari ha chiuso sì in rialzo dello 0,31%, mentre Francoforte è avanzata dello 0,65% e Parigi dello 0,23%, niente però di paragonabile al 3% guadagnato mercoledì dall’S&P 500 o addirittura al 4,4% del Nasdaq. Va detto che la cautela mostrata ieri dalla stessa New York in avvio non ha aiutato, al pari dei dati sugli indici dei direttori di acquisto (Pmi) che mostrano in prospettiva ulteriori segnali di frenata per l’economia sia in Europa, sia negli Stati Uniti dove un altro indicatore sui prezzi (l’indice per le spese per i consumi personali, Pce) rivela peraltro nuovi indizi di raffreddamento come si legge nell’articolo a fianco. Il braccio di ferro in atto fra la dinamica dell’inflazione (e la misura delle contromosse delle Banche centrali) da una parte e i riflessi delle politiche monetarie restrittive sulla crescita economica dall’altra sta in effetti ancora condizionando i mercati.