mercoledì 26 Giugno 2024

“Via all’assegno di inclusione. È più ‘pesante’ del Reddito”, è il titolo del quotidiano Il Messaggero, che propone un lungo approfondimento sulla nuova misura. L’Assegno di Inclusione (Adi) parte a gennaio, offrendo un beneficio medio di 635 euro a circa 500.000 nuclei familiari. I primi pagamenti, previsti per il 26 di questo mese, saranno di circa 100 euro in più rispetto al precedente Reddito di Cittadinanza. L’Adi, che insieme al “Supporto per la formazione e il lavoro” (introdotto a settembre e destinato a persone attivabili), sostituisce definitivamente il Reddito di Cittadinanza, prevede un assegno base di 500 euro per famiglie con minori, anziani, disabili e soggetti svantaggiati, con possibili maggiorazioni.

Via all’assegno di inclusione. È più “pesante” del Reddito: 635 euro medi per 500mila famiglie. Pagamenti dal 26 gennaio

Secondo i dati dell’INPS, il 90% dei richiedenti l’Adi era in precedenza beneficiario del sussidio del Movimento Cinque Stelle. Al suo lancio nel marzo 2019, il Reddito di Cittadinanza aveva raccolto poco più di 500.000 richieste, numeri simili a quelli dell’Adi, che stima una platea potenziale di 737.000 nuclei, lasciando fuori circa 200.000 richiedenti. Le domande per l’Adi, inoltre, possono essere presentate solo da questo mese attraverso i Caf, i centri di assistenza fiscale.

Il direttore generale dell’Inps, Vincenzo Caridi, ha spiegato: “Le esperienze passate – sottolinea il direttore generale dell’ente – ci dicono che, trattandosi di una prestazione rivolta a nuclei fragili, molti utilizzeranno patronati e Caf per presentare l’istanza, quindi una prima sostanziale valutazione potremo farla solo a fine gennaio. Nel contempo, va tenuto in considerazione che l’attuale dinamica del mercato offre più opportunità rispetto al passato. Inoltre, la tipologia dei richiedenti dell’assegno di inclusione non può coincidere con quella del reddito di cittadinanza, considerato che le nuove misure sono personalizzate sulle esigenze delle persone e non in maniera indifferenziata come per il vecchio sussidio. Risultato? Se andiamo a sommare le platee del Supporto per la formazione e il lavoro e dell’Adi – prosegue Vincenzo Caridi – credo che siamo in linea con il numero di nuclei di reddito di cittadinanza pagati nel 2023″

La maggior parte delle richieste per l’Adi proviene dalle regioni con il più alto numero di beneficiari del Reddito di Cittadinanza: Campania, Sicilia, Lazio e Lombardia. Per ricevere l’Adi è necessario un ISEE inferiore a 9.360 euro. Chi supera i controlli riceverà i fondi direttamente sulla carta delle Poste Italiane.

L’articolo menziona anche il “Supporto per la formazione e il lavoro”, un altro strumento che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza nel settore delle politiche attive del lavoro. In quattro mesi, ha raccolto oltre 150.000 domande, con 56.000 già accettate e un beneficio di 350 euro erogato a 26.000 richiedenti.

“I destinatari potenziali del Sfl – spiega sempre Caridi – non sono i nuclei fragili, ma i soggetti attivabili al lavoro che non saranno tra i beneficiari dell’Adi e a cui, per l’accesso alla nuova misura, viene richiesto di assumere un impegno definito, anche se supportato, di avvio al percorso lavorativo. L’indennizzo economico è riconosciuto solamente in caso di effettivo avvio di un corso di formazione o altra iniziativa di attivazione professionale”.

 

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