Le tensioni geopolitiche non accennano a diminuire, soprattutto dopo il violento attacco condotto dall’Ucraina contro basi strategiche russe destinate ai bombardieri. A questo scenario si aggiunge la delusione per l’incremento produttivo dell’Opec+, che nel fine settimana si è rivelato inferiore alle attese. Il risultato è un nuovo rimbalzo delle quotazioni petrolifere, che nei giorni scorsi avevano toccato livelli minimi mai visti negli ultimi quattro anni.
Rimbalzo del petrolio dopo i minimi. Gas e oro in moderato aumento
Sui mercati internazionali, il WTI (West Texas Intermediate) è scambiato a 62,5 dollari al barile, registrando una crescita del 2,7%, mentre il Brent del Mare del Nord, dopo un calo del 2% nella settimana precedente, risale a 64,3 dollari, segnando un +2,4% e avvicinandosi di nuovo alla soglia dei 65 dollari.
Anche il gas naturale apre in lieve rialzo sulla piazza di Amsterdam. I contratti future TTF, riferimento per il prezzo del metano in Europa, iniziano la giornata con un progresso dello 0,34%, portandosi a 34,35 euro al megawattora.
Nonostante il recente recupero, la performance del petrolio da inizio anno rimane negativa. In un contesto dominato dagli annunci e contro-annunci del presidente Trump sui dazi commerciali e dalle sue pressioni per mantenere bassi i prezzi dell’energia, il settore energetico registra ancora un calo del 15% su base annua.
Nel comparto dei metalli preziosi, l’oro continua a rafforzarsi, raggiungendo 3.337,84 dollari l’oncia alle ore 08:30, in crescita dell’1,39%.