Nel 2024 le banche italiane hanno registrato un nuovo massimo in termini di utile netto, con un totale di 46,5 miliardi di euro, in crescita di 5,7 miliardi (+14%) rispetto al 2023. Un risultato che porta che la somma degli utili realizzati nel triennio 2022โ2024 a oltre 112 miliardi, evidenziando un triennio eccezionale per la redditivitร bancaria, sostenuto da un contesto monetario, ovvero gli alti tassi dโinteresse decisi dalla Banca centrale europea, straordinariamente favorevole. Lโanalisi dellโandamento mostra chiaramente un punto di svolta a partire dal 2022.
FABI: gli utili delle banche oltre 46 miliardi nel 2024
Dopo una fase meno effervescente, tra il 2018 e il 2021 โ segnata da utili oscillanti tra i 15 e i 16 miliardi e un forte impatto della crisi pandemica nel 2020 โ lโutile netto ha cominciato a crescere in modo significativo, passando da 25,5 miliardi nel 2022 a oltre 40,7 miliardi nel 2023, fino ai 46,5 miliardi del 2024. Lo scorso anno i ricavi del settore hanno toccato quota 110,1 miliardi, con una crescita del 7,2% rispetto al 2023 e un balzo del 33,8% sul 2018. Il credito, tornato protagonista dopo il lungo ciclo dei tassi a zero, rappresenta ora il 58,5% dei ricavi totali, consolidando il controsorpasso sulle commissioni (41,5%), che per tre anni โ dal 2019 al 2021 โ avevano dominato la composizione del fatturato bancario.
A partire dal 2022, con il rialzo dei tassi deciso dalla Bce, il modello di business รจ cambiato: il margine di interesse ha guadagnato 17 punti percentuali in termini di peso relativo sul totale dei ricavi, segnando un passaggio strutturale da un sistema orientato ai servizi a uno nuovamente centrato sullโattivitร creditizia. Le commissioni tornano a crescere nel 2024 dopo due anni di flessione, raggiungendo 45,7 miliardi di euro (+12,4% sul 2023), un livello superiore al picco del 2021. La ripresa delle attivitร commerciali โ consulenza, risparmio gestito, distribuzione assicurativa โ spiega la dinamica. Resta solida la qualitร del credito: lโincidenza dei deteriorati netti sui prestiti si attesta allโ1,5%, con un tasso di copertura pari al 52,5%, ben oltre la media europea del 41,4%. I prestiti in โstadio 2โ calano al 9,9% a livello aggregato, con valori ancora piรน bassi per i grandi gruppi. Nel biennio 2023-2024, la cessione diย non performing loanย (npl) per oltre 17 miliardi ha contribuito alla stabilitร dei bilanci. Ottimi anche gli indici di efficienza e redditivitร : ilย cost/incomeย รจ sceso al 53,2%, dal 63,1% del 2022 e dal 71,2% del 2020; il Roe (return on equity) รจ salito al 13,3%, rispetto al 9% del 2022 e allo 0,9% del 2020, segno di una piena normalizzazione dei ritorni sul capitale.
I GUADAGNI DELLE BANCHE SPINTI DALLA POLITICA MONETARIA
Nel 2024 le banche italiane hanno registrato un nuovo massimo storico in termini di utile netto, che ha raggiunto i 46,5 miliardi di euro, con un incremento di 5,6 miliardi rispetto al 2023, pari a una crescita annua del piรน 14%. Questo risultato porta il totale cumulato degli utili nel triennio 2022โ2024 a oltre 112 miliardi ed evidenzia una fase eccezionale di redditivitร per il sistema bancario nazionale. Un triennio dโoro, sostenuto da un contesto monetario straordinariamente favorevole, legato alla stretta sui tassi dโinteresse operata dalla Banca centrale europea a partire dalla metร del 2022, che ha rilanciato la redditivitร dellโintermediazione creditizia ovvero i profitti legati ai prestiti a famiglie e imprese. Le serie storiche mostrano con chiarezza come il punto di svolta sia coinciso proprio con il 2022, anno in cui lโutile netto ha compiuto un balzo a 25,5 miliardi di euro, segnando una decisa ripartenza dopo un quadriennio caratterizzato da risultati piรน contenuti e instabili. Tra il 2018 e il 2021, infatti, il sistema bancario italiano aveva registrato utili medi compresi tra i 15 e i 16 miliardi lโanno, con un minimo assoluto nel 2020 โ lโanno della pandemia โ in cui i profitti si erano fermati a soli 2 miliardi. Nel 2018, il dato si attestava a 15,1 miliardi, salito a 15,7 miliardi nel 2019 e poi bruscamente ridimensionato nel 2020. Il 2021 ha segnato un primo recupero, con 16,4 miliardi, ma รจ solo nel triennio successivo che si รจ assistito a un vero cambio di marcia: +55% nel 2023 rispetto al 2022, e ancora +14% nel 2024. Nel confronto a lungo termine, il raddoppio dei profitti tra il periodo pre-2022 e il triennio piรน recente รจ indicativo della nuova centralitร dellโattivitร bancaria tradizionale e del ritorno alla piena sostenibilitร del business. Mai, nemmeno prima della crisi finanziaria del 2008, il settore aveva fatto segnare utili netti di tale portata. Il progressivo abbassamento dei tassi dโinteresse da parte della Banca centrale europea, recentemente portati al 2%, apre una nuova fase per il settore bancario, destinata a incidere profondamente sulla redditivitร . Dopo il triennio dโoro 2022โ2024, sostenuto da uno scenario di tassi elevati che ha gonfiato i margini dโinteresse e reso piรน appetibile lโattivitร creditizia tradizionale, il ritorno a una politica monetaria piรน accomodante potrebbe comprimere sensibilmente quei margini, rendendo meno profittevoli i prestiti a famiglie e imprese. Per mantenere inalterati gli attuali livelli di utili โ e quindi dei dividendi da distribuire ai loro azionisti โ le banche potrebbero guardare con rinnovato interesse la componente commissionali dei ricavi, spingendo sulla vendita di prodotti e servizi accessori. Uno scenario che riporta in primo piano il rischio di unโintensificazione delle indebite pressioni commerciali sui lavoratori bancari, chiamati ancora una volta a sostenere gli obiettivi di budget attraverso la promozione spinta di strumenti finanziari e assicurativi, con tutte le ricadute giร note in termini di clima interno, trasparenza e tutela della clientela.
NEGLI ULTIMI SETTE ANNI LE BANCHE SONO PASSATE DA 505 A 420 (-17%)
Dal 2018 a oggi la geografia del settore bancario italiano ha subito una profonda trasformazione, con una marcata riduzione del numero di operatori e una razionalizzazione capillare della rete territoriale. In sei anni, il numero complessivo di banche e gruppi bancari รจ passato da 505 a 420 unitร , con una contrazione del 17%, segnale evidente del processo di concentrazione e accorpamento che ha interessato lโintero settore. Il calo ha coinvolto tutte le componenti del sistema, ma รจ stato particolarmente marcato nel mondo del credito cooperativo e delle banche popolari: le banche popolari sono scese da 22 a 16, mentre le Bcc (banche di credito cooperativo) si sono ridotte da 268 a 218, in linea con lโoperazione di riforma e centralizzazione avviata nel 2016 e culminata nella nascita dei grandi gruppi cooperativi. Parallelamente, si รจ drasticamente ridotto anche il numero degli sportelli bancari, passati da 25.409 nel 2018 a 19.655 nel 2024, con un taglio di quasi 6.000 filiali (-22,6%). La mappa del credito si รจ dunque sfoltita, soprattutto nelle aree periferiche, in linea con la strategia di razionalizzazione decisa dai vertici delle banche. La trasformazione del settore non ha avuto alcun impatto sociale: tutte le riorganizzazioni, per quanto riguarda gli โesuberiโ di personale, sono state gestite con pensionamenti e prepensionamenti entrambi su base volontaria; contemporaneamente, รจ stato garantito un importante ricambio generazionale, grazie al Fondo per lโoccupazione.
IN TRE ANNI I RICAVI A QUOTA 301 MILIARDI DI EURO
Se ci si sofferma, piรน in generale, sui ricavi, si scopre che nel 2024 le banche italiane hanno messo a segno un altro risultato storico, con il totale che ha toccato quota 110,1 miliardi di euro, confermando una fase di espansione che dura ormai da tre anni consecutivi. ร il livello piรน alto mai raggiunto dal settore bancario del Paese, frutto di un percorso di crescita ormai consolidato che ha visto un incremento di 7,3 miliardi rispetto al 2023, pari a un +7,2% su base annua e di ben 27 miliardi (+33,8% se il confronto รจ con il 2018, da cui emerge un salto netto di oltre il 33,8%), a conferma di un ciclo espansivo che ha preso slancio soprattutto negli ultimi tre anni. Solo dal 2022 al 2024, la spinta ai ricavi ha consentito alle banche di mettere insieme ricavi per oltre 301 miliardi. A trainare, lo scorso anno, รจ stato ancora una volta il margine di interesse, che si รจ attestato a 64,4 miliardi, in crescita di 2,3 miliardi sul 2023 (+3,7%) e di oltre 22 miliardi (+53,9%) rispetto ai livelli del 2018. Dopo la stabilitร degli anni pre-pandemia e la flessione del 2020 (38,7 miliardi), il 2022 ha segnato il primo scatto deciso, con il margine dโinteresse salito a 45,5 miliardi (+18,6% annuo). Ma รจ stato il 2023 a imprimere la svolta piรน netta, con un incremento annuale record del +36,4%, pari a +16,6 miliardi, che ha portato la voce sopra la soglia dei 62 miliardi. Il 2024 conferma questa traiettoria, anche se con una velocitร di crociera piรน moderata, segnando un +3,7% rispetto al picco precedente. I risultati raggiunti sono il frutto di una fase prolungata di tassi elevati, che ha garantito spread favorevoli sulla raccolta bancaria a basso costo, rafforzando la redditivitร dellโattivitร di intermediazione creditizia verso famiglie e imprese. A partire dalla metร del 2022, infatti, la politica della Banca centrale europea ha ridato margine economico al credito, riportando in primo piano una componente che per anni aveva sofferto il contesto di tassi a zero o negativi. Nonostante lโavvio di una graduale normalizzazione monetaria da parte della Bce, il sistema bancario ha potuto contare, anche nellโultimo periodo, su un livello ancora elevato di tassi ufficiali, che ha alimentato i proventi da prestiti a famiglie e imprese. Se il credito ha continuato a rappresentare la colonna portante dei ricavi bancari, il 2024 ha riportato in territorio positivo anche le commissioni, dopo due anni di flessione. I proventi da servizi e attivitร accessorie sono tornati a crescere in modo deciso, riportando questa voce sopra il livello pre-rialzo tassi (nel 2021 era a 44,2 miliardi) e mostra la riattivazione di tutte quelle leve commerciali โ dalla consulenza al risparmio gestito, fino alla distribuzione assicurativa โ che avevano subito un freno durante la fase piรน acuta della restrizione monetaria. I 45,7 miliardi di euro registrati nella voce โcommissioni e altri ricaviโ rappresentano una crescita del +12,4% rispetto ai 40,6 miliardi del 2023 e riportano il totale su valori prossimi al picco del 2021 (44,2 miliardi).
IL CONTROSORPASSO DEL CREDITO SULLE COMMISSIONI NEL TRIENNIO 2022-2024
Grazie alla preziosa risorsa dei tassi di interesse, il credito sfiora il 60% dei profitti e resta il motore del business delle banche, ma le commissioni risalgono. Dopo tre anni (dal 2019 al 2021) di commissioni superiori al margine dโinteresse, nel triennio 2022-2024 si รจ consolidato il controsorpasso del credito rispetto alle altre fonti di ricavo delle banche. Nellโarco di sei anni รจ cambiato due volte lโassetto del business delle banche. Sul piano della composizione dei ricavi, il 2024 ha confermato la predominanza del margine di interesse, che ha rappresentato il 58,5% del totale, mentre le commissioni sono tornate a crescere e si sono attestate al 41,5%. Il peso relativo delle due componenti nel 2024 รจ restato dunque sbilanciato verso il margine dโinteresse, confermando il sorpasso strutturale iniziato nel 2022, ma con una lieve attenuazione rispetto al 2023, quando il margine aveva toccato il 60,5% e il divario era salito oltre i 21 punti percentuali. Tra il 2019 e il 2021, infatti, le banche italiane avevano vissuto una stagione โcommissionaleโ, trainata da un contesto di tassi azzerati che penalizzava la redditivitร dei prestiti. Nel 2019, le commissioni costituivano il 51,4% del fatturato, contro il 48,6% del margine di interesse. La proporzione si era mantenuta simile nel 2020 (50,4% contro 49,6%) e si era accentuata nel 2021, quando la quota delle commissioni aveva raggiunto il 53,5%. Era un modello diย businessย figlio della necessitร : con lโintermediazione creditizia resa meno redditizia, le banche avevano puntato sulla consulenza, sulla vendita di prodotti finanziari e sullโefficienza delle reti. Il contesto รจ cambiato radicalmente a partire da luglio 2022, quando la Bce avvia il suo primo rialzo dei tassi dopo oltre un decennio. Il margine dโinteresse, che nel 2021 si attestava a soli 38,4 miliardi, รจ salito rapidamente fino a 45,5 nel 2022 e a 62,1 nel 2023. Il sorpasso รจ avvenuto subito: nel 2022 il margine รจ salito al 51,6% dei ricavi complessivi, superando le commissioni (48,4%). Nel 2023 il divario si รจ allargato bruscamente, con il 60,5% dei ricavi da margine, mentre le commissioni si sono ridotte al 39,5%. Il 2024, pur riportando un leggero riequilibrio (58,5% contro 41,5%), ha confermato una gerarchia nuova e strutturale. Il confronto tra i due trienni rende evidente la portata della trasformazione. Tra il 2019 e il 2021, in media, il 51,8% dei ricavi derivava da commissioni e solo il 48,2% da margini. Tra il 2022 e il 2024, le proporzioni si ribaltano: 56,9% da margine, 43,1% da commissioni. Il delta complessivo รจ di oltre 17 punti percentuali, segno di un passaggio profondo da un modello basato sulla vendita di prodotti a uno piรน legato al credito, se non altro per gli importanti margini di guadagno, resi possibili dal ritorno della leva dei tassi come strumento primario di redditivitร .
QUALITร DEL CREDITO SOLIDA, IN 2 ANNI CESSIONI DI NPL PER 17 MILIARDI
La qualitร del credito delle banche italiane resta solida. Nel 2024 il rapporto tra crediti deteriorati e prestiti netti รจ salito leggermente allโ1,5%, rispetto allโ1,4% del 2023. Stabile anche lโincidenza lorda (2,8%) e il tasso di copertura, elevato al 52,5% contro il 53,7% dellโanno precedente, ben al di sopra della media dellโarea euro (41,4%). In calo i finanziamenti classificati in โstadio 2โ: dal 12% al 9,9% a livello di sistema. Le banche significative italiane, cioรจ i grandi gruppi, scendono al 10,3% (dal 12,6%), sotto la media europea (11,7%). Lโincidenza dei crediti deteriorati netti per le banche italiane resta allineata alla media europea (1,1%). Nel 2023 e 2024 le cessioni di crediti deteriorati (nplย ovveroย non performing loan) hanno superato i 17 miliardi di euro complessivi. I tassi di deterioramento potrebbero aumentare moderatamente nel 2025-2026 a causa della congiuntura negativa: รจ prevedibile, infatti, una, seppur contenuta, risalita dei tassi di ammaloramento dei prestiti alle imprese nei prossimi anni, a causa del peggioramento del quadro macroeconomico e dellโerosione dei margini finanziari. Sarร dunque essenziale monitorare lโevoluzione di questi indicatori, soprattutto in relazione al rallentamento ciclico atteso tra il 2025 e il 2026. Tuttavia, grazie agli elevati livelli di copertura e alla maggiore prudenza delle banche italiane, le banche italiane appare oggi ben attrezzato per gestire eventualiย shockย futuri.
Piรน nel dettaglio, nel biennio 2023-2024, la qualitร del credito del sistema bancario italiano si รจ mantenuta su livelli complessivamente buoni, pur mostrando alcune variazioni da monitorare attentamente. Alla fine del 2023, il rapporto tra lโammontare dei crediti deteriorati e il totale dei prestiti al netto delle rettifiche risultava stabile allโ1,4%, con unโincidenza lorda pari al 2,7%. Tali valori sono rimasti pressochรฉ invariati nel 2024: lโincidenza netta รจ salita di un decimo di punto, allโ1,5%, mentre quella lorda ha raggiunto il 2,8%. Si tratta di livelli molto contenuti rispetto agli standard storici del settore, che indicano una fase di relativa stabilitร della qualitร del credito. La resilienza del sistema emerge anche dal confronto con i dati europei: sia nel 2023 sia nel 2024, lโincidenza dei crediti deteriorati netti per le banche significative italiane si รจ attestata allโ1,1%, perfettamente in linea con la media delle banche vigilate dalla Bce nellโambito del Meccanismo di vigilanza unico (Ssm). Tuttavia, a fronte di questa paritร in termini di incidenza, le banche italiane continuano a distinguersi per un maggiore livello di prudenza: il tasso di copertura dei crediti deteriorati, infatti, si รจ attestato al 53,7% nel 2023 e al 52,5% nel 2024, ben al di sopra della media dellโarea euro, che si ferma attorno al 41-42%. Unโulteriore conferma della tenuta del comparto emerge dai dati relativi ai finanziamenti in โstadio 2โ, ossia quei prestiti in bonis che hanno subito un significativo aumento del rischio di credito. A livello aggregato, il rapporto tra questi finanziamenti e il totale dei prestiti in bonis al settore privato non finanziario รจ sceso dal 12% del 2023 al 9,9% del 2024. La riduzione รจ stata piรน marcata per le banche significative (SI), che sono passate dal 12,6% al 10,3%, posizionandosi cosรฌ al di sotto della media del sistema bancario europeo (11,7%). Anche per le banche meno significative (LSI), cioรจ i gruppi minori, si registra una contrazione dellโindicatore, dallโ11,7% al 9,7%. In parallelo alla riduzione quantitativa dei crediti a rischio, nel 2023 sono state portate avanti operazioni di cessione di crediti deteriorati per circa 9 miliardi di euro, mentre nel 2024 queste transazioni si sono attestate a 8 miliardi. Si tratta di strumenti che hanno contribuito a mantenere la qualitร degli attivi bancari sotto controllo, riducendo lโesposizione al rischio senza compromettere la stabilitร patrimoniale.
EFFICIENZA E REDDITVITร RECORD NEL 2024: MIGLIORANO COST-INCOME E ROE
Nel quadriennio 2021โ2024, il settore bancario italiano ha registrato un netto miglioramento dei principali indicatori di efficienza e redditivitร . Ilย cost/income, che misura il rapporto tra costi operativi e ricavi, รจ sceso dal 63,1% del 2022 al 53,2% nel 2024, segnando una riduzione di quasi dieci punti percentuali in appena due anni: un dato che attesta una maggiore capacitร del sistema di generare ricavi a paritร di costi e che colloca le banche italiane tra le piรน efficienti dโEuropa. Parallelamente, il roe (return on equity), indicatore chiave della redditivitร del capitale proprio, รจ passato dal 9% del 2022 al 13,3% nel 2024, consolidando una tendenza di crescita costante che ha premiato gli investitori ma anche rafforzato la soliditร strutturale del settore. Entrambi gli indicatori dimostrano come le politiche commerciali e operative messe in campo abbiano prodotto risultati concreti e duraturi. Nel periodoย 2018โ2021, ilย cost/incomeย ha oscillato attorno ai livelli del 65โ71%, partendo daย 66,2% nel 2018, migliorando lievemente fino alย 65,5% nel 2019, per poi tornare aย 71,2% nel 2020ย โ lโinefficienza massima legata alla crisi pandemica โ e ridiscendere aย 67,2% nel 2021. Il significativo balzo in avanti si รจ verificato nel biennio successivo:ย 63,1% nel 2022, fino al record diย 53,2% nel 2024. Questo miglioramento di oltreย 13 punti percentuali rispetto al 2018ย riflette un deciso salto di efficienza nella capacitร di generare ricavi a fronte dei costi sostenuti. Ilย roe (return on equity)ย ha seguito un percorso altrettanto significativo. Lโampliamento del divario, ovvero la forbice tra il rendimento medio degli impieghi (interessi percepiti dalle banche sui prestiti concessi) e il costo medio della raccolta (interessi corrisposti ai depositanti e agli investitori) ha generato effetti decisamente positivi sul margine di interesse delle banche. Questo incremento della forbice ha consentito alle banche di aumentare la propria redditivitร , in quanto i ricavi derivanti dalle attivitร di prestito sono cresciuti piรน rapidamente rispetto ai costi sostenuti per reperire la liquiditร necessaria a finanziare tali impieghi. Se a ciรฒ si affianca il miglioramento dellโefficienza, in termini di razionalizzazione e ottimizzazione dei costi, che รจ rimasto centrale nel corso degli ultimi anni, ne deriva un beneficio che si traduce in maggiore redditivitร . ร cosรฌ che , dal modestoย 5,6% nel 2018, sceso alย 5,1% nel 2019ย e crollato alloย 0,9% nel 2020ย a causa della pandemia, il ritorno sullโequity รจ risalito aย 5,7% nel 2021, per poi decollare:ย 9,0% nel 2022,ย 12,9% nel 2023, fino ad arrivare alย 13,3% nel 2024.ย Lโaumento diย +7,7 punti percentuali dal 2021 al 2024, segna livelli mai raggiunti nel periodo pre e post pandemia cheย rappresentano un traguardo straordinario a livello nazionale, a testimonianza di una redditivitร sostenibile e robusta del capitale proprio: risultati che posizionano le banche italiane tra le migliori nel contesto europeo. Nel 2024, i costi operativi complessivi delle banche italiane si sono mantenuti sostanzialmente stabili, attestandosi intorno ai 55,5 miliardi di euro, in linea con il dato del 2023 e leggermente superiori rispetto ai 53,9 miliardi del 2019. La componente principale resta il costo del lavoro, pari a circa 29 miliardi, anchโesso in lieve crescita rispetto agli anni precedenti, ma ampiamente sostenibile alla luce degli eccezionali risultati economici ottenuti dal settore.
SILEONI: ยซGIUSTI E MERITATI GLI AUMENTI PREVISTI DAI RINNOVI CONTRATTUALIยป
ยซI numeri da record realizzati dalle banche italiane negli ultimi anni โ ricavi in crescita, utili mai cosรฌ alti, livelli di efficienza tra i migliori in Europa โ non sono piovuti dal cielo. Sono il risultato del lavoro quotidiano di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori, che hanno garantito continuitร operativa, qualitร nei servizi, tenuta nei momenti difficili e adattamento in quelli di trasformazione. Senza il loro impegno, quei bilanci cosรฌ in salute non sarebbero stati possibili. ร anche in questa prospettiva che vanno letti i 435 euro medi mensili garantiti con il contratto collettivo nazionale di lavoro firmato nel 2023, cosรฌ come il riconoscimento economico per i dirigenti, ottenuto questa settimana, che ha portato a incrementi annui di 20.000 euro lordi della retribuzione minima. Sono aumenti piรน che giustificati dai numeri oggettivi della redditivitร bancaria e dalla straordinaria produttivitร garantita da chi lavora nelle filiali, nei centri operativi, nelle direzioni generali e nei servizi centrali. Abbiamo sempre detto che gli azionisti sono stati ampiamente ripagati, con dividendi generosi, anno dopo anno. ร giusto che anche i dipendenti, a ogni livello, vengano valorizzati per quello che fanno come piรน volte sottolineato dal ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, e da tutti gli amministratori delegati di gruppi bancariยป. Lo dichiara il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, commentando la ricerca sullโandamento del conto economico delle banche italiane nel 2024. ยซSe il 2024 resta un anno di straordinaria soliditร per la redditivitร bancaria e si chiude con un margine di interesse che resta il motore della redditivitร bancaria, il ritorno delle commissioni indica una possibile svolta e lโinizio di una nuova normalitร . Se da un lato il margine di interesse ha continuato a crescere, dallโaltro la velocitร รจ rallentata, portando alla luce lโeffetto della progressiva stabilizzazione della politica monetaria giร in atto e un possibile riequilibrio del mix tra credito e servizi. Sempre maggiore attenzione presteremo alle indebite pressioni commerciali esercitate delle banche per spingere il collocamento di vari tipi di prodotti finanziari e assicurativi, talora anche non privi di rischio. Ricordo che la Fabi รจ stata ascoltata, nella passata legislatura, dalla Commissione parlamentare dโinchiesta sulle banche: in quella occasione, abbiamo posto il problema, che non puรฒ essere considerato solo un argomento di carattere sindacale, ma una questione piรน generale e sociale che coinvolge lavoratrici, lavoratori e cittadini. ร un compito che intendiamo svolgere con la massima scrupolositร : intendiamo proseguire nel nostro percorso di attenzione verso tutta la clientela bancariaยป aggiunge il segretario generale della Fabi.