Antonio Patuelli, presidente dell’ABI, Per il presidente Abi, ha rilasciato una lunga intervista a Il Sole 24 Ore. Le sue parole raccolte da Laura Serafini:
Patuelli (ABI): “È il mercato a stabilire quanti poli bancari sono necessari”
“Leggo, studio e taccio sulle operazioni bancarie di acquisizione o possibili fusioni. Ricordo che meno di 10 anni fa la situazione delle banche in Italia era ben diversa, vi erano banche in crisi di ogni dimensione e che facevano fatica a trovare acquirenti -spiega Patuelli -. Accadeva che le banche in crisi venissero acquisite per un simbolico euro. Ora è cambiato molto nel mondo bancario italiano. I cambiamenti si sono sviluppati a seguito delle crisi bancarie, perché gli istituti che non erano in difficoltà hanno realizzato molti efficientamenti d’intesa con i sindacati: riduzione costi, modernizzazioni tecnologiche delle procedure, differenziazione dei rischi dei servizi e dei prodotti. Questa è la base della grande ripresa delle banche in Italia e questo è avvenuto quando, fino al giugno 2022, i tassi erano ancora a zero. Poi c’è stata la crescita dei tassi che ha ulteriormente evidenziato le positività del mondo bancario italiano. Questo è il nuovo contesto nel quale gli istituti operanti in Italia sono più appetibili per gli investitori”.
“Se alla luce delle novità di venerdì e dell’Ops di Unicredit, avrebbe fondamento l’ipotesi dell’uso dei poteri di golden power per tutelare gli interessi nazionali? In questi 10 anni l’Unione bancaria, operativa dal 4 novembre 2014, è cresciuta fortemente in normativa comune e in vigilanza unica europea, spostando il baricentro della vigilanza e delle decisioni sulle aggregazioni bancarie dai contesti nazionali al sistema europeo delle banche centrali-Bce – aggiunge Patuelli -. Esso poggia su un trattato internazionale che tutela l’indipendenza del sistema europeo delle banche centrali anche dai rischi di interferenza di forze politiche, parlamenti e governi. L’indipendenza delle banche centrali è un valore per le istituzioni democratiche”.
“È meglio avere in Italia due grandi poli bancari o è necessario un terzo polo? L’importante è il pluralismo degli attori nei mercati – precisa il presidente dell’Abi –. Poi è il mercato stesso che, come insegnava Luigi Einaudi, porta a definire il numero delle banche”.