Thursday 21 November 2024

Chiara Scotti, Vice Direttrice Generale della Banca d’Italia, è intervenuta a Cesenatico (FC) sul tema “Uno sguardo al futuro: l’euro digitale”, in occasione del Convegno “Il valore della prossimità. Il Credito Cooperativo a cinque anni dalla costituzione dei Gruppi bancari cooperativi. Bilanci e prospettive”. Ecco il suo lungo discorso:

Scotti (Banca d’Italia): “Euro digitale facilmente utilizzabile da tutti i cittadini, anche da chi ha difficoltà con tecnologie”


“Desidero ringraziare la Federazione delle Banche del Credito Cooperativo dell’Emilia Romagna per l’invito a parlarvi del progetto dell’euro digitale in occasione del quinquennale della costituzione dei Gruppi Bancari Cooperativi.

Come sapete, sono rientrata in Italia da pochi mesi. Per quanto io spenda la maggior parte del tempo al lavoro, appena posso partecipo ad eventi sportivi e musicali di vario genere. Il weekend scorso mi sono portata avanti con l’acquisto di biglietti per alcune competizioni del 2025: gli internazionali di Tennis a Roma e il Gran Premio di Imola, eventi di risonanza mondiale che ho sempre seguito anche dagli Stati Uniti. Chiaramente tutto rigorosamente online, perché i tempi dei pagamenti al botteghino con i contanti sono passati. Ad ogni acquisto online mi confronto con la stessa realtà: le opzioni sono varie, nuove forme di pagamento emergono in continuazione, quelle prevalenti non sono europee.

Questo esempio legato alla mia esperienza personale offre una chiara spiegazione di alcuni dei motivi per cui abbiamo bisogno dell’euro digitale. Le tecnologie digitali stanno trasformando il modo in cui lavoriamo, consumiamo, produciamo e, ovviamente, paghiamo. Strumenti molto diffusi fino a qualche anno fa, come assegni e voucher cartacei, stanno scomparendo, sostituiti da bonifici online, carte di pagamento, applicazioni su smartphone o smartwatch. Nel 2023 solo il 38 per cento degli italiani dichiarava di preferire ancora l’utilizzo dei contanti per le proprie spese. Inoltre, sia nel commercio digitale sia nei pagamenti presso i punti vendita fisici osserviamo la predominanza degli schemi di pagamento non europei. Circa due terzi dei pagamenti disposti con carta nell’area dell’euro è infatti regolato tramite schemi internazionali, le cui commissioni nell’Unione Europea sono quasi raddoppiate tra il 2016 e il 2021. 

Abbiamo bisogno dell’euro digitale per mantenere il sistema dei pagamenti europeo sicuro, efficiente, accessibile e all’avanguardia per rispondere ai cambiamenti in atto e alle esigenze di tutti (persone, imprese e intermediari), per garantire a ciascuno la possibilità di avere una piena “cittadinanza digitale” in un mondo che cambia sotto i nostri occhi e per promuovere l’autonomia strategica della nostra area monetaria. 

Nel mio intervento di oggi vorrei illustrarvi le principali caratteristiche dell’euro digitale, riassumere brevemente il processo legislativo in atto e discutere i benefici che una forma digitale del contante può portare ai cittadini, alle imprese, al sistema finanziario nel suo complesso e alle banche. D’altra parte il titolo del convegno è ‘Il Valore della prossimità’, un concetto che si sposa bene con il progetto dell’euro digitale e con il ruolo che le banche del credito cooperativo avranno nel progetto”. 

 

2. Cos’è un euro digitale 

“L’euro digitale sarebbe una moneta sovrana emessa in forma elettronica dalla Banca Centrale Europea. Sarebbe un’evoluzione digitale delle banconote, alle quali si affiancherebbe senza sostituirle, e come tale fornirebbe agli utenti l’accesso a uno strumento di pagamento gratuito e accettato ovunque nell’area dell’euro. L’euro digitale si affiancherebbe alle banconote per agevolare l’accesso alle transazioni elettroniche da parte delle persone che vivono nell’area dell’euro. 

Nella mia definizione di euro digitale ho usato il condizionale perché la nuova forma di moneta sarà emessa solo se il necessario impianto normativo sarà adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea. Nel frattempo, a novembre dello scorso anno l’Eurosistema ha avviato la fase preparatoria del progetto dell’euro digitale, che si concluderà a novembre del 2025. Durante questa fase verranno definite alcune delle caratteristiche principali dell’euro digitale e il sistema di norme comuni (rulebook) che gli intermediari dovranno seguire per offrire i servizi associati all’euro digitale. L’Eurosistema individuerà inoltre i partner che contribuiranno allo sviluppo dell’infrastruttura necessaria all’utilizzo della nuova forma di moneta. Alla fine del 2025 il Consiglio direttivo della BCE deciderà se passare alla fase successiva dei preparativi e, in caso, ne definirà la portata e la durata. Come già accennato, la decisione finale in merito all’emissione dell’euro digitale sarà presa in considerazione dal Consiglio direttivo soltanto dopo l’adozione della legislazione in materia”. 

 

3. I benefici dell’euro digitale per gli utenti e le imprese 

“I principali benefici dell’euro digitale per i cittadini derivano da tre principi fondamentali che stiamo seguendo nello sviluppo del progetto: semplicità, inclusione e protezione della privacy. 

Semplicità perché una moneta digitale di banca centrale semplificherebbe la vita delle persone offrendo un unico mezzo di pagamento accettato da tutti e ovunque nell’area dell’euro. Oggi questo beneficio è offerto solo dalle banconote, che però hanno il limite intrinseco di poter essere scambiate solo di persona e in punti vendita fisici. Immagino che viaggiando abbiate avuto esperienze simili alle mie in cui la vostra carta di pagamento viene rifiutata perché il punto vendita accetta solo carte di debito emesse dal circuito nazionale del paese in cui vi trovate. L’euro digitale aiuterebbe a superare questa frammentazione: sarebbe utilizzabile dai cittadini per qualsiasi tipo di transazione, dagli acquisti nei negozi fisici a quelli online, per i pagamenti alla pubblica amministrazione o per i trasferimenti tra privati e in qualunque città o paese dell’area dell’euro. 

L’uso online permetterebbe anche di inviare e ricevere soldi a distanza tra privati. Ad esempio, potrei inviare istantaneamente e gratuitamente dei soldi a mia figlia in vacanza a Lisbona che ha perso il portafoglio. Soldi che lei potrebbe spendere subito per pagare un taxi o comperare uno di quei dolci tipici di cui va matta. 

L’euro digitale potrebbe essere utilizzato anche offline, rendendo possibili i pagamenti in caso di copertura internet assente o perfino durante un blackout, creando una rete di sicurezza a beneficio di tutti. Pensiamo a quando ci troviamo magari in un rifugio di una valle degli Appennini, dove la rete non prende. O di accorgerci che siamo in ritardo per i regali di Natale, riducendoci proprio al 24 di dicembre quando le linee possono essere intasate a causa dell’elevato utilizzo. L’euro digitale nella sua modalità d’uso offline ci darebbe la tranquillità di poter concludere sempre il nostro acquisto, assicurando anche il regolamento immediato della transazione. Si tratta di un servizio che nessun altro strumento di pagamento digitale è in grado di offrire. 

Un secondo obiettivo fondamentale del progetto è la promozione dell’inclusione. L’euro digitale sarebbe accessibile a tutti i residenti e i cittadini dell’area dell’euro, attraverso un’app mobile o una carta fisica, in modo che ognuno possa scegliere la tecnologia preferita, quale che siano l’età e le abilità tecnologiche. Una particolare cura sarà dedicata a rendere la modalità di accesso via app un’esperienza semplice e intuitiva. L’app rispetterà i criteri dell’Atto europeo sull’accessibilità, includendo quindi accorgimenti che ne facilitino l’utilizzo da parte di persone con poca esperienza tecnologica o con disabilità, affinché non rimangano emarginate dalla transizione digitale. Questo è un punto particolarmente importante. Nel mondo digitale, infatti, si accresce la valenza di una caratteristica intrinseca dei pagamenti, quella di costituire un canale, un abilitatore per l’accesso ad altri servizi. Disporre di una moneta pubblica e digitale, disponibile a tutti, significa quindi garantire a ciascuno la possibilità di avere una piena “cittadinanza digitale” in un mondo che cambia. 

Infine, ma non meno importante rispetto agli altri principi, vi è la tutela della riservatezza. La privacy è un diritto fondamentale dei cittadini e una delle principali preoccupazioni segnalate dai partecipanti alla prima consultazione sull’euro digitale condotta dall’Eurosistema nel 2020. Per questo stiamo progettando la nuova moneta in modo da garantire una riservatezza maggiore rispetto agli standard tipicamente offerti dalle soluzioni commerciali esistenti. 

Per i pagamenti online verrebbero adottate le più recenti tecnologie di protezione della privacy per garantire i massimi standard di riservatezza. Per i pagamenti offline si otterrebbe di fatto un livello di riservatezza paragonabile a quello del contante, perché solo l’ordinante e il beneficiario avrebbero accesso ai dati dell’operazione. Inoltre, la conformità alle norme sulla protezione dei dati sarebbe sottoposta al controllo di autorità indipendenti in materia. 

Semplicità, inclusione e tutela della privacy promuoveranno la libertà di scelta delle persone che vivono nell’area dell’euro: la libertà di poter pagare sempre e ovunque indipendentemente dal paese membro in cui viviamo abitualmente, dal nostro reddito, dalle nostre competenze digitali o abilità, da quanto riteniamo importante la nostra riservatezza. 

L’euro digitale porterà vantaggi anche alle imprese. Mi riferisco a benefici in termini di potere negoziale e di costi di accettazione. Come ho accennato all’inizio di questo intervento, la quota elevata di pagamenti regolati tramite schemi internazionali costringe consumatori, commercianti e intermediari europei a ricorrere a carte di pagamento internazionali sempre più costose. Tale onere è sostenuto per lo più dalle imprese più piccole, che pagano ai fornitori di servizi di acquiring commissioni da tre a quattro volte superiori a quelle delle società di maggiori dimensioni. 

Un euro digitale prevedrebbe vantaggi per le imprese anche in termini di maggiore convenienza delle commissioni che esse pagano per la gestione dei pagamenti digitali (le cosiddette merchant service charge). Si ridurrebbe così il divario tra i costi applicati alle imprese di piccole e grandi dimensioni per i pagamenti digitali. Fornendo un’alternativa a basso costo alle soluzioni di pagamento esistenti, l’euro digitale aiuterebbe tutte le imprese a ottenere condizioni di accesso migliori ai circuiti di pagamento che dominano il mercato. Esso potrebbe infine garantire agli esercenti un sistema di sicurezza in caso di interruzioni di rete o blackout grazie alla funzionalità offline”. 

 

4. I benefici per le banche e il sistema finanziario 

“Veniamo ora ad un argomento sicuramente di vostro interesse: il ruolo fondamentale delle banche nel contesto dell’ecosistema euro digitale e i benefici che ne potrebbero trarre. Tre benefici sono evidenti. Anzitutto i fornitori di servizi di pagamento (payment service providers, PSP), tra cui le banche, saranno i soli soggetti autorizzati a distribuire l’euro digitale a fronte di una compensazione per i servizi forniti. In aggiunta, le banche saranno in una posizione ideale per innovare e fornire nuovi servizi ad alto valore aggiunto agli utenti e affrontare con successo le sfide poste dalla digitalizzazione, un processo che vede le Big Tech avvantaggiate dal loro enorme potere di mercato. Infine, non possiamo trascurare l’effetto positivo sulla competitività. 

Concedetemi qualche minuto per andare più a fondo nella discussione di questi benefici. Come ho accennato, un primo vantaggio per le banche deriva dal fatto che sarebbero remunerate per i servizi offerti, con i costi dello schema e dell’infrastruttura per l’euro digitale a carico dell’Eurosistema. Stiamo inoltre lavorando per ridurre al minimo gli oneri a carico degli intermediari. Consapevoli del fatto che il coinvolgimento e la collaborazione con il settore bancario sono cruciali per il successo dell’euro digitale, l’Eurosistema mantiene un dialogo costante con il mercato per tener conto il più possibile degli standard attualmente in vigore, al fine di contenere i costi e sostenere la competitività dell’architettura europea dei pagamenti. 

Un secondo beneficio deriva dal fatto che le banche e le BCC si troverebbero in una posizione ideale per fornire servizi a valore aggiunto – che rappresenterebbero una nuova fonte di ricavo – e per innovare sviluppando soluzioni su misura per l’adozione dell’euro digitale. Le BCC, così vicine alle realtà locali ed ai clienti, potrebbero utilizzare queste sinergie per rafforzare il proprio modello di business nell’era digitale, con un approccio personalizzato che potrebbe anche aiutarle a differenziarsi dalle grandi banche che offrono servizi standardizzati su larga scala. 

Riguardo ai servizi a valore aggiunto che le banche potrebbero offrire, penso ad esempio ai cosiddetti pagamenti condizionali. Oggi è molto difficile accordarsi su trasferimenti di denaro automatici in base al verificarsi di una condizione, come l’acquisto di un bene di cui sia possibile controllare l’integrità solo alla consegna. Il pagamento condizionale permetterebbe all’acquirente di impegnarsi al pagamento nel momento dell’acquisto – tutelando il commerciante – ma l’esecuzione avverrebbe solo una volta ricevuto il bene – tutelando l’acquirente. Stiamo lavorando affinché gli intermediari possano offrire anche questa nuova tipologia di transazioni ai propri clienti, se lo riterranno. 

Riguardo al vostro ruolo privilegiato penso all’inclusione – uno dei principi su cui si baserà l’euro digitale – a cui le banche di credito cooperativo, che ispirano la propria attività all’attenzione e alla promozione della persona, potranno dare un apporto significativo e, al contempo, da cui potranno trarre benefici tangibili per i propri clienti. I vostri dati relativi al 2022 mostrano che la metà degli sportelli delle BCC si trovano in comuni con meno di 10.000 abitanti e un terzo è localizzato in aree lontane da altri servizi essenziali. Queste evidenze testimoniano lo stretto rapporto tra le BCC e la clientela e saranno una risorsa fondamentale per permettervi di adattare i nuovi servizi basati sull’euro digitale ai bisogni effettivi di tutte le tipologie di clienti, attuando pienamente l’obiettivo di inclusività del progetto. 

Come ulteriore beneficio, non possiamo trascurare il fatto che l’euro digitale rafforzerebbe la resilienza del nostro sistema dei pagamenti, potendosi basare su un’infrastruttura propria. Offrirebbe agli intermediari vigilati l’opportunità di estendere i propri servizi a tutta l’area euro. Ad esempio, una banca a vocazione locale potrebbe continuare a fornire i propri servizi a un’impresa che aprisse una sede in un’altra regione. L’euro digitale renderebbe così più competitivi gli intermediari di piccole dimensioni e aumenterebbe l’efficienza del mercato, promuovendo concorrenza e innovazione. 

Allo stesso tempo, siamo consapevoli delle preoccupazioni che l’introduzione dell’euro digitale genera nel settore finanziario, e nelle banche in particolare. La possibilità che ci sia una disintermediazione del credito è un tema di particolare rilevanza per gli istituti di credito cooperativo, la cui raccolta è composta prevalentemente da depositi di piccoli risparmiatori. L’euro digitale sarebbe moneta in tutto e per tutto, quindi sia mezzo di pagamento sia riserva di valore. Se la funzione di riserva di valore prevalesse su quella di mezzo di pagamento, la conversione eccessiva di depositi in moneta digitale potrebbe determinare dei cambiamenti nella struttura dei bilanci bancari. Il deflusso di depositi forzerebbe le banche a finanziarsi a costi maggiori e potrebbe ridurre l’offerta di credito durante la normale congiuntura o sottoporre il sistema a stress nei momenti di crisi. 

L’Eurosistema adotterà tutte le iniziative che saranno necessarie a evitare questi effetti indesiderati. In primo luogo, l’euro digitale non sarà remunerato. Convertire depositi in euro digitale sarebbe equivalente a un prelievo di contante. I depositi continueranno quindi ad essere la migliore forma di moneta utilizzabile come riserva di valore. Inoltre la capacità dei consumatori di detenere euro digitale sarà soggetta a dei limiti individuali e le imprese non potranno detenere moneta digitale, solo ricevere pagamenti che verranno immediatamente convertiti in depositi bancari. Per assicurare la piena efficienza dei servizi di pagamento in euro digitale, i limiti individuali di detenzione saranno associati a servizi di conversione automatica con depositi bancari anche per gli utenti che vorranno collegare il proprio conto in euro digitale a uno bancario (i cosiddetti servizi di waterfall e reverse waterfall). Ad esempio, un consumatore potrà pagare un caffè utilizzando il proprio conto in euro digitale pur non avendo sufficiente disponibilità: all’atto del pagamento, il servizio di reverse waterfall trasferirà istantaneamente la somma necessaria ad effettuare la transazione dal conto corrente bancario al conto in euro digitale, da cui poi verrà effettuata la transazione. Questa configurazione dell’euro digitale – non remunerato, con limiti di detenzione e con possibilità di collegamento ai depositi bancari – raggiungerà il doppio obiettivo di evitare la disintermediazione del sistema bancario e garantire all’utente un’elevata esperienza d’uso. 

Il confronto tra l’Eurosistema e gli intermediari su questi temi al fine di favorire la collaborazione dell’industria nello sviluppo del progetto è costante. A livello europeo incontriamo le principali associazioni di categoria di tutti i soggetti interessati – PSPs, commercianti e consumatori – durante le riunioni dello European Retail Payments Board (ERPB). Da oltre due anni si tengono regolarmente sessioni tecniche sull’euro digitale tra l’Eurosistema e l’ERPB per ricevere il feedback dal mercato sui principali argomenti di volta in volta oggetto di lavoro. Come saprete il punto di vista delle BCC in questo ambito è rappresentato dalla European Association of Co-operative Banks (EACB). A livello nazionale invece il canale di riferimento per eccellenza è il Comitato Pagamenti Italia, dove stiamo per intensificare il dialogo attraverso la costituzione di un tavolo di lavoro dedicato all’euro digitale. Inoltre, a complemento di queste attività collegiali, vorremmo aumentare le opportunità di incontri bilaterali con le diverse banche, incluse naturalmente quelle di credito cooperativo. 

La Banca d’Italia ha deciso di svolgere un ruolo centrale nel progetto dell’euro digitale non solo mantenendo un rapporto stretto con gli intermediari ma anche attraverso una partecipazione attiva nello sviluppo della piattaforma. Forti dell’esperienza maturata con lo sviluppo e la gestione delle infrastrutture di regolamento dell’Eurosistema (i cosiddetti TARGET Services), vogliamo candidarci a svolgere le funzioni di provider per la Digital Euro Service Platform in collaborazione con altre banche centrali dell’area dell’euro. 

L’Istituto ha inoltre appena modificato il proprio assetto organizzativo per svolgere le attività istituzionali legate all’euro digitale e ottenere la massima efficienza. Lo scorso 30 settembre abbiamo creato l’Unità Euro Digitale, che riporta direttamente al Direttorio, al fine di integrare le attività svolte finora da diverse strutture della Banca in un unico centro di competenze dedicate al progetto”. 

 

5. Conclusioni 

“Le tecnologie digitali stanno trasformando la moneta e le modalità con cui la trasferiamo ogni giorno. Le sperimentazioni in cui è coinvolta la Banca d’Italia, nell’ambito delle attività che svolge per conto dell’Eurosistema e in collaborazione con altre banche centrali, hanno l’obiettivo di guidare questa transizione e massimizzarne i benefici per tutti. Abbiamo sviluppato una soluzione tecnologica denominata Hash Link per integrare piattaforme di scambi di titoli basate sulle tecnologie dei servizi distribuiti (distributed ledger technologies, DLT) e i TARGET Services (in particolare TIPS), assicurando il regolamento contestuale sia dell’operazione in moneta di banca centrale sia di quella che riguarda un titolo scambiato sulla DLT. Abbiamo condotto diverse sperimentazioni per collegare i nostri sistemi di pagamento a quelli di altri paesi, sia bilateralmente sia nell’ambito delle sedi di collaborazione internazionale, in particolare l’Innovation Hub della BIS. Tutto ciò perché è compito della banca centrale stare al passo con i tempi e fornire al sistema finanziario l’infrastruttura necessaria. A livello retail, l’euro digitale rappresenta un’iniziativa che ci aiuterà a portare agli utenti finali i benefici delle sperimentazioni in corso e di quelle che verranno sviluppate dagli operatori di mercato, garantendo che il sistema dei pagamenti europeo rimanga sempre sicuro, efficiente, accessibile a tutti e all’avanguardia. 

L’euro digitale è uno sforzo comune europeo, che impegna su più fronti le banche centrali dell’Eurosistema, che coinvolge i co-legislatori europei nel definire il necessario quadro legislativo di riferimento e che chiama direttamente in causa anche il mercato, per assicurare che vengano bilanciate le esigenze di tutti gli attori: consumatori, operatori finanziari, imprese e commercianti. 

Per concludere, vorrei sottolineare l’importanza fondamentale della partecipazione delle banche di credito cooperativo al progetto dell’euro digitale. Abbiamo bisogno della vostra collaborazione per adattare questa nuova forma di moneta alle esigenze dei cittadini. Le BCC possono fornire preziosi contributi su molti aspetti attualmente allo studio, ad esempio su come strutturare i servizi e le interfacce per rendere l’euro digitale accessibile a tutte le fasce della popolazione, garantendo che nessuno venga escluso. Assieme a voi possiamo garantire che l’euro digitale diventi uno strumento facilmente utilizzabile da tutti i cittadini, anche da coloro che accedono con difficoltà alle tecnologie digitali. Il vostro contributo sarà essenziale per presentare alla collettività una moneta moderna, semplice e inclusiva, capace di soddisfare le esigenze di tutti”. 

 

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