domenica 23 Novembre 2025

Le previsioni per l’imminente stagione invernale segnerebbero un andamento in lieve ribasso dei flussi turistici in Italia: 26,7 milioni di arrivi e 78 milioni di presenze, con un decremento rispettivamente pari all’1,3% e al 2,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E, ancora. L’andamento dei flussi turistici, rispetto al 2019, sarebbe stabile per gli arrivi (-0,6%) e in crescita per le presenze (+5,1%). I movimenti turistici nel Belpaese, inoltre, potrebbero generare una spesa turistica di 20,5 miliardi di euro registrando una contrazione pari al 4,4% rispetto alla scorsa stagione invernale. 

Turismo, Demoskopika: stagione invernale “al ribasso”, previste 78 milioni di presenze (-3%)

È quanto emerge dalla nota previsionale “Tourism Forecast Winter 2025” dell’Istituto Demoskopika che ha stimato, per il periodo dicembre 2024-marzo 2025, i principali indicatori turistici: arrivi, presenze, spesa turistica e appeal delle destinazioni turistiche provinciali. 

Trentino-Alto Adige, Veneto, Lombardia, Valle d’Aosta, Piemonte e Friuli Venezia Giulia emergono come le mete più attrattive prioritariamente per le apprezzate infrastrutture e per la lunga tradizione nel turismo bianco. Umbria e Toscana, invece, si distinguono per la loro offerta culturale e naturalistica, attirando turisti alla ricerca di esperienze autentiche. 

«La frammentazione del sistema turistico – commenta il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – limita la valorizzazione di regioni meno conosciute e lo sviluppo di nuove offerte. Serve superare le divisioni territoriali con una governance coordinata, investendo in infrastrutture, tecnologie e formazione per migliorare l’esperienza turistica. Ma soprattutto, – rincara Raffaele Rio – occorre investire in coraggio, evitando equilibrismi e tattiche. Il Patto per il Turismo siglato a Firenze rappresenta un passo avanti verso una maggiore condivisione tra i portatori di interesse del turismo italiano, ma rimane ancora carente di scelte, non affrontando questioni cruciali come la governance del turismo. La Costituzione, dopo la riforma del Titolo V, attribuisce alle Regioni la competenza esclusiva in materia di turismo. Tuttavia, il dibattito è aperto: la competenza dovrebbe restare alle Regioni o passare allo Stato centrale? Serve il coraggio politico di fare scelte chiare e definitive per evitare incertezze. Una decisione su questo punto – conclude Raffaele Rio – è tanto necessaria quanto urgente per garantire dignità e incisività alla programmazione turistica nel nostro paese». 

Consumi turistici. Mercato domestico in “parziale” controtendenza. Le previsioni per l’imminente stagione invernale segnerebbero un lieve calo dei flussi turistici in Italia: 26,7 milioni di arrivi e 78 milioni di presenze, con un decremento rispettivamente pari all’1,3% e al 2,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, segnato da 27,1 milioni di arrivi 80,2 milioni di pernottamenti. In altri termini, si dovrebbero registrare oltre 365mila turisti in meno con una contrazione pari a 2,2 milioni di presenze. 

A pesare maggiormente sulla possibile contrazione dei flussi turistici, secondo le stime dell’Istituto di ricerca, sarebbe la quota degli stranieri rispetto al mercato italiano. In particolare, a optare per una destinazione del Belpaese sarebbero quasi 11 milioni di stranieri (-3,6% rispetto al 2024) generando poco meno di 37 milioni di pernottamenti (-5,2% rispetto al 2024).
Sul versante del mercato domestico, che rappresenta una quota del 59,2% del totale, si registrerebbe, con circa 15,8 milioni di arrivi, una timida crescita (+0,3%) ma con una flessione, al contrario, delle presenze stimate in 41,2 milioni per il 2025, pari allo 0,5%. E, infine, i flussi in Italia potrebbero generare una spesa turistica di 20,5 miliardi di euro registrando una contrazione pari al 4,4% rispetto alla scorsa stagione invernale. Si precisa, che il valore predittivo è contenuto in un intervallo di confidenza compreso tra un valore minimo e massimo della previsione. 

Appeal delle destinazioni: località alpine si confermano “vincenti” ma Sud potrebbe svoltare per clima. L’analisi per l’inverno 2024-2025 evidenzia le preferenze dei turisti e i punti di forza delle aree del Paese. Trentino-Alto Adige, Veneto, Lombardia, Valle d’Aosta, Piemonte e Friuli Venezia Giulia risultano tra le mete più attrattive prioritariamente per le apprezzate infrastrutture e per la lunga  tradizione nel turismo bianco. Umbria e Toscana, invece, si distinguono per la loro offerta culturale e  naturalistica, attirando turisti alla ricerca di esperienze autentiche. 

Le regioni del Centro-Nord come Emilia-Romagna, Lazio e Marche mostrano un appeal turistico medio, sostenuto da eventi locali e offerta culturale. Il loro potenziale potrebbe crescere con strategie di  promozione e valorizzazione delle risorse locali. 

Nel Mezzogiorno l’appeal invernale è più basso poiché queste zone sono più attrattive come destinazioni balneari. Ciò nonostante, alcune località sciistiche quali, ad esempio, Lorica, Camigliatello e Gambarie d’Aspromonte in Calabria, hanno il potenziale per attrarre appassionati di sport invernali in alternativa  alle destinazioni alpine del Nord. 

Le località turistiche alpine si confermano, dunque, anche per la stagione invernale ormai alle porte quali riferimento per il turismo invernale grazie agli sport sulla neve e alle infrastrutture avanzate. Le destinazioni culturali del Centro Italia, invece, mostrano un gap che potrebbe essere colmato con promozioni e investimenti mirati. Le regioni del Sud e le isole, come Sardegna e Sicilia, potrebbero migliorare il loro potenziale con infrastrutture adeguate e promozione di eventi distribuiti anche fuori dalle vacanze estive. 

Il cambiamento climatico, infine, potrebbe allungare le stagioni turistiche, creando nuove opportunità per il turismo all’aperto anche nei mesi “freddi”. La diversificazione dell’offerta turistica è cruciale per bilanciare il flusso turistico tra Nord e Sud e sviluppare nuove opportunità in tutto il Paese.

 

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