Friday 22 November 2024

Agli sporadici segnali positivi sul versante della produzione si contrappongo le difficoltร  delle famiglie a proseguire nel percorso di recupero dei consumi, ancora distanti dai livelli del 2019. A soffrire รจ soprattutto la domanda di beni, dato sottolineato dal ripiegamento a gennaio della fiducia degli operatori del commercio al dettaglio. Inoltre, il rallentamento delle dinamiche inflazionistiche appare ancora limitato e non contiene granchรฉ lโ€™erosione del potere dโ€™acquisto di redditi correnti e ricchezza liquida, solo in parte compensata dallโ€™importante intervento pubblico. Tutto questo alimenta le aspettative di un nuovo piccolo ripiegamento della crescita nei primi mesi dellโ€™anno in corso.

Confcommercio: inflazione rallenta piano, consumi deboli

A dicembre, dopo un trimestre in negativo, la produzione industriale ha mostrato un incremento dellโ€™1,6% su novembre. Stando alle opinioni degli imprenditori, le prospettive a breve rimangono comunque incerte, seppure connotate da elementi meno sfavorevoli rispetto ai mesi autunnali. Il mercato del lavoro ha mostrato, a dicembre, un modesto miglioramento con una lieve crescita degli occupati (0,2% su novembre pari a 37mila unitร ). A gennaio i consumi, espressi nella metrica dellโ€™ICC, hanno registrato un moderato miglioramento nel confronto annuo con il ritorno a valori positivi (+1,0%). Questa stima va letta con molta cautela perchรฉ a gennaio del 2022 si registrรฒ la peggiore ondata di Covid-19, in termine di contagi, con la conseguente limitazione di molte attivitร  commerciali e della mobilitร .

Al suddetto miglioramento tendenziale ha contribuito esclusivamente la domanda relativa ai servizi, in aumento del 9,0% sullo scorso anno, mente per i beni si conferma la tendenza alla riduzione dei volumi acquistati (-1,3% tendenziale). Allโ€™interno di questo aggregato, piccoli segnali di recupero si rilevano per lโ€™abbigliamento e lโ€™auto motive. Permangono le difficoltร  per lโ€™alimentazione domestica, il settore dei mobili e gli elettrodomestici.

In linea con una situazione che, pur meno negativa rispetto alle attese, presenta molteplici segnali di rallentamento, a febbraio il PIL, secondo le nostre stime, dovrebbe registrare una riduzione dello 0,4% congiunturale e una crescita dello 0,6% nel confronto annuo. Pur in presenza di un rimbalzo nel mese di marzo, il primo trimestre si chiuderebbe con una moderata riduzione, confermando lโ€™ipotesi di una contenuta recessione a cavallo del 2022-2023.

Il processo di rientro dellโ€™inflazione, seppure appare ormai avviato con la discesa, a gennaio, al 10,1% dallโ€™11,6% di dicembre, รจ ancora caratterizzato da molti elementi di incertezza. Le tensioni ancora presenti nel sistema, sottolineate da unโ€™inflazione di fondo in crescita anche a gennaio, rendono difficile immaginare il ritorno verso dinamiche piรน in linea con gli obiettivi della politica monetaria prima dellโ€™ultimo trimestre dellโ€™anno. Secondo le nostre stime, nel mese di febbraio i prezzi al consumo dovrebbero registrare un incremento dello 0,3% su gennaio, portando il tasso di variazione tendenziale al 9,4%.

PIL MENSILE

La minor dinamicitร  dei consumi e le incertezze che gravano sul versante produttivo consolidano le attese di un primo bimestre debolmente negativo. A febbraio 2023, secondo le nostre stime, il PIL รจ atteso ridursi dello 0,4% in termini congiunturali, con una crescita dello 0,6% sullo stesso mese del 2022 (tab. 1). In presenza di un rimbalzo solo esiguo nel mese di marzo, il primo trimestre si chiuderebbe con una moderata flessione congiunturale, confermando la โ€œrecessione tecnicaโ€.

ICC (INDICATORE CONSUMI CONFCOMMERCIO)

A gennaio 2023 lโ€™Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha evidenziato un incremento dellโ€™1,0% sullo stesso mese del 2022 (tab. 2). Il dato รจ sintesi di un aumento della domanda per i servizi (+9,0%) e di una flessione di quella relativa ai beni (-1,3%). Lโ€™andamento dellโ€™ultimo mese รจ peraltro influenzato dal confronto con un periodo in cui vi fu unโ€™impennata di casi di Covid-19, in presenza di regole ancora stringenti, con una conseguente diminuzione delle attivitร  produttive e della mobilitร  delle persone.

Nonostante i recuperi, la domanda, calcolata nella metrica dellโ€™ICC, รจ ancora distante dai livelli pre-pandemia. Nel confronto con gennaio 2019 lโ€™ICC risulta inferiore del 10,7% (tab. 2). Per i servizi il calo รจ del 21,7%, confermando come il percorso per il ritorno ai livelli pre crisi sia lungo e non si concluderร , in molti casi, prima del 2024.

LE DINAMICHE TENDENZIALI

Anche a gennaio 2023 le componenti piรน dinamiche della domanda sono state quelle relative alla fruizione di servizi per il tempo libero. Nonostante le positive performance dellโ€™ultimo anno i livelli di consumo permangono distanti da quelli del 2019. Va sottolineato come i servizi siano la grandezza che piรน ha risentito degli effetti delle diverse ondate pandemiche. Questo fatto induce a leggere con cautela il dato tendenziale dellโ€™ultimo mese, che in molti casi sottintende un rallentamento o una riduzione in termini congiunturali.

Relativamente ai beni, il dato di gennaio consolida la tendenza generalizzata al ridimensionamento della domanda, fase iniziata nella seconda parte del 2022. Dati positivi si rilevano solo per le autovetture vendute a privati (+10,0%), lโ€™abbigliamento e le calzature (+1,8% tendenziale) e i carburanti (+5,0%). Si conferma in riduzione anche a gennaio la domanda di mobili (-4,0% nel confronto annuo), di elettrodomestici (-2,0% tendenziale) e per gli alimentari (-4,6% su base annua). Per questโ€™ultimo segmento, ormai da mesi lโ€™elevata inflazione sta costringendo le famiglie a scelte di consumo molto attente limitando le quantitร  e modificando, in alcuni casi, la qualitร . Effetto inflazione che continua a incidere anche sui consumi di energia elettrica (-3,8% su base annua).

PREZZI AL CONSUMO: LE TENDENZE A BREVE TERMINE

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo si stima per il mese di febbraio 2023 una variazione dello 0,3% in termini congiunturali e del 9,4% su base annua (tab. 3). Pur avviato, il processo di rientro dellโ€™inflazione non appare privo di incognite. Lโ€™inflazione di fondo continua, infatti, a mostrare una progressiva tendenza allโ€™aumento, evidenziando come allโ€™interno del sistema importazione-produzione-distribuzione le tensioni non si siano ancora esaurite. Solo in autunno lโ€™inflazione dovrebbe tornare su valori prossimi a quelli indicati come obiettivo dalla politica monetaria. La persistenza dellโ€™inflazione su valori storicamente elevati consolida le attese di una prima parte dellโ€™anno molto debole sul versante dei consumi.

 

 

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