domenica 28 Dicembre 2025

Il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo è stato intervistato da Il Messaggero. Le sue considerazioni:

Zangrillo: “La Pubblica amministrazione sta diventando moderna. Ora carriera senza concorso”

“La Pubblica amministrazione italiana sta cambiando? Sta diventando moderna – spiega il ministro – . Nel 2025 abbiamo bandito 16 mila concorsi per 180 mila posti. È chiaro che un giovane che esce dal liceo o dall’università di fronte a un’offerta così ampia si può confondere. Ma basta spiegare a Camilla (un’intelligenza artificiale che fa da guida a chiunque voglia partecipare ad un concorso pubblico, ndr) quali sono le proprie aspettative, quali sono gli studi fatti e in quale parte del Paese si vive, per ottenere un ventaglio di opportunità adatte alle proprie aspettative. Basta questo ad attrarre i giovani? Per attrarre i giovani vanno risolti i problemi strutturali del pubblico impiego. E posso dire che in questi anni li abbiamo presi tutti di petto, e non di rado con una certa assertività. Cosa è cambiato? Quando sono arrivato, il primo problema che ho dovuto affrontare è stato quello delle procedure di reclutamento. Diciamo che un’organizzazione che vuole essere attrattiva non può permettersi che un concorso duri due anni e mezzo in media. Per questo, anche con l’aiuto dell’Università Federico II di Napoli, abbiamo digitalizzato tutte le procedure e creato un portale, InPa, che oggi è l’unica porta di accesso al lavoro pubblico. Un portale che negli ultimi due anni ha registrato un boom incredibile, arrivando a 2,8 milioni di profili registrati. Qual è la durata media di un concorso? Dal bando all’assunzione, siamo attorno ai 4 mesi. Grazie a questo, in tre anni siamo riusciti ad assumere circa 600 mila persone invertendo, per la prima volta dopo anni, la tendenza alla riduzione dei dipendenti pubblici.  Ora aumentano? Sì stanno aumentando. Con un’altra conseguenza significativa: la riduzione dell’età media da 52 a 47 anni”.

“Ho ereditato una Pubblica amministrazione in cui il 99,8% dei dipendenti è valutato eccellente. Quando sono arrivato ho detto: io non ci credo che siete tutti bravi – prosegue Zangrillo -. Da qui nasce il disegno di legge sulle carriere. Un provvedimento che mette un tetto del 30% massimo ai giudizi di eccellenza e che, dall’altro lato, permette di promuovere a dirigente i funzionari più brillanti senza dover passare necessariamente per un concorso pubblico. Quando vedrà la luce questa riforma? A gennaio sarà approvata in Parlamento in prima lettura. Il concorso promuove il saper studiare, piuttosto che il saper fare. Noi abbiamo bisogno di dirigenti che facciano accadere le cose. Non servono più solo persone preparatissime sotto il profilo tecnico, abbiamo bisogno anche di manager con capacità di leggere in anticipo i fenomeni. Per questo per la prima volta introduciamo un sistema di carriere che assegna al dirigente la responsabilità di proporre una sua persona per una nomina, che è una cosa che nella pubblica amministrazione non è mai esistita”.

 

 

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