Capitalizzazione di Borsa in forte contrazione rispetto al Prodotto interno lordo. Investimenti azionari in calo, mentre crescono quelli in obbligazioni. Si riduce il numero delle società quotate sul Mercato telematico azionario (Mta), il principale mercato di Piazza Affari. Al tempo stesso è in netto miglioramento la redditività delle imprese italiane quotate. Vendite allo scoperto in brusco aumento.
Consob: Borsa più piccola rispetto al Pil. Utili delle quotate in netto miglioramento
È un quadro contrastato, con luci e ombre, quello che risulta dalla fotografia della Borsa italiana, scattata nell’ultimo Bollettino statistico della Consob relativo al primo semestre 2022.
I dati del Bollettino, pubblicato oggi sul sito della Consob, tratteggiano un mercato mobiliare in flessione, retrocesso ai valori di fine 2020, vanificando così i guadagni registrati nel 2021 per effetto della robusta ripresa seguita ai lockdown da covid.
Gli indicatori descrivono un quadro economico incerto, che risente di vari fattori negativi, come la guerra in Ucraina, l’impennata dell’inflazione trainata, tra l’altro, dai rincari nel settore energetico e le aspettative di una stretta creditizia da parte della Banca centrale europea, poi confermate dal rialzo dei tassi deciso dall’Eurotower.
La flessione dei prezzi dei titoli azionari ha depresso la capitalizzazione complessiva delle società italiane quotate, che al 30 giugno scorso scende del 20,5% su base semestrale. In relazione al Prodotto interno lordo la capitalizzazione di Borsa si riduce, quindi, dal 33% di fine 2021 al 25,4% di fine giugno 2022.
In calo il numero di società quotate su Mta (-2), mentre aumenta il numero delle società quotate su Euronext Growth Milan (Egm), il mercato non regolamentato dedicato alle imprese piccole e piccolissime (l’ex Aim, Alternative Investment Market).
In crescita il peso degli investimenti in obbligazioni, in particolare di quelle emesse da imprese finanziarie. Diminuisce, invece, l’incidenza degli investimenti in azioni, in particolare dei titoli italiani.
Gli utili delle imprese industriali quotate sul mercato principale (Mta) e sull’Egm registrano, al 30 giugno scorso, un forte incremento, salendo rispettivamente a 21,2 miliardi di euro (da 8,7 miliardi) e a 195 milioni (da 134 milioni). In miglioramento anche gli utili delle banche (7,5 miliardi di euro dai precedenti 7,2 miliardi), delle assicurazioni (a 3,2 miliardi da 3,1 miliardi), mentre si registra un leggero calo per le altre società finanziarie (a 0,7 miliardi da 0,8 miliardi).
Date le aspettative ribassiste sui prezzi dovute alle forti tensioni geopolitiche, si è registrata una forte crescita del fenomeno delle vendite allo scoperto (+38,2% su base semestrale le posizioni nette corte rispetto al 31 dicembre 2021).
In calo il portafoglio dei titoli detenuti presso intermediari italiani (-10,3%) e i depositi bancari di famiglie e imprese (-2,5%). In calo nel semestre anche la raccolta di strumenti finanziari (-17,6% a 202,5 miliardi) e di prodotti assicurativi a prevalente contenuto finanziario (-30,8% a 19,7 miliardi) da parte degli intermediari italiani.
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